Dentro le nostre case

Ogni anno la Pasqua ci catapulta, nell’attesa benedizione delle famiglie, laddove quotidianamente, tra gioie e fatiche, si vive buona parte del nostro tempo e laddove sono custodite le relazioni più significative dell’esistenza: le nostre case. Una preziosa opportunità per me come parroco e per il diacono Luigi, per poter essere accolti nello spazio intimo e sacro delle mura domestiche e poter, anche se per pochissimo tempo, condividere segreti, profumi, lacrime e gioie di quella casa, affidando al Signore, nella preghiera, ognuno dei volti e ognuna delle storie di chi si sente a casa tra quelle pareti. Negli intensi pomeriggi dedicati alle benedizioni pasquali, abbiamo potuto toccare con mano la diffusa e impellente necessità, espressa da tanti, di essere ascoltati, compresi ed incoraggiati: solitudini, incomprensioni, malattie, preoccupazioni e problemi improvvisi che nella maggior parte dei casi decretano irrimediabilmente la nostra umana impotenza. Ogni porta che si è chiusa alle nostre spalle ha lasciato nel cuore la gioia di un incontro e la conferma di una relazione accesa e da consolidare, ma anche la faticosa responsabilità di portare dentro sé, e poi portare davanti al Signore, l’accorata raccomandazione per la salute, la tristezza per mancanza di nel lavoro, l’assurda amarezza per le incomprensioni e la faticosa lotta contro la disperazione, ormai di casa, per un motivo o per un altro, in tante delle nostre famiglie. Eppure, ciò che mi sento di riconoscere, é che c’é tanta voglia di speranza! C’é, anche nel nostro quar-tiere, un “potenziale vivo” di umanità, di fede e di dedizione, di impegno e di creatività che oggi più che mai attende solo di uscire dalle case, dalle paure del cuore, dalle dighe dei timori e delle giustificazioni, per essere fiume di novità, di relazioni positive e costruttive per i ragazzi, i giovani, le famiglie e gli anziani del quartiere.

don Emanuele