Un metro di distanza

È arrivato anche dalle nostre parti! Pensavamo di farla franca ed invece è diventato prepotentemente uno di noi, …a debita distanza! Ovviamente sto parlando del “SARS-CoV-2” o, più amichevolmente, del “corona virus”. Anche noi siamo chiamati a fare i conti con lui: o meglio, fortunatamente ad oggi sono pochissimi coloro che nel nostro raggio kilometrico esistenziale hanno ospitato tra le loro cellule il virus, e per loro preghiamo sinceramente e insistentemente. Anche noi, però, siamo stati travolti dal decreto ministeriale che dà concretezza e riscontro della portata e dell’allarme che il virus è stato capace di generare. Così, come i nostri amici del Nord Italia, facciamo i conti con le restrizioni, i disagi, le cautele e le precauzioni che l’improvvisa epidemia consegna alla cittadinanza. Come le scuole, anche l’attività del catechismo e dell’oratorio si concedono una pausa, proprio nel tempo di Quaresima, in prossimità della festa del Perdono per i ragazzi della prima comunione. Ci viene così chiesto di apportare significative modifiche a calendari, preparazione e tappe celebrative. Verso la Pasqua, con il susseguirsi di celebrazioni tipiche di questo tempo, ci ritroviamo a fare dei tagli, a modificare ambienti e proposte e, forse, a ridonarci quello spazio di essenzialità che situazioni come queste sono inevitabilmente capaci di farci vivere. In questi giorni, nella Messa, non scambiarci il segno di pace con la consueta stretta di mano, ci aiuterà a trovare altre forme per dirci la gioia di avvicinarci all’Eucarestia con il cuore riconciliato; non trovare l’acqua benedetta nell’acquasantiera, ci aiuterà ad entrare in chiesa non velocemente ma soffermandoci all’ingresso segnandoci con un dignitoso e grato “segno di croce”; non partecipare al catechismo e all’oratorio ci ricorderà di non dare mai nulla per scontato e che, nonostante tutto, camminare nella fede, insieme, è bello e arricchente! Mentre attendiamo, in divenire, nuove disposizioni relativamente alle celebrazioni, viviamo cristianamente questo tempo nel tempo della Quaresima: attendendoci alle indicazioni per la cittadinanza e collaborando perché tutto possa procedere nella massima serenità; preghiamo per le vittime, le famiglie e le comunità coinvolte in modo diretto, per i medici e il personale ospedaliero e i volontari del soccorso nel loro delicato, prezioso ed insostituibile super lavoro cui sono sottoposti in queste settimane; affidiamo allo Spirito santo coloro che sono chiamati a prendere decisioni importanti per tutto il paese nell’inedito districarsi ed evolversi della situazione. Seguiamo il consiglio rivolto “a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro” (DPCM, art. 2, b). E apriamoci alla speranza: ce ne sarà bisogno soprattutto per le aziende e i lavoratori colpiti dal punto di vista economico dalle conseguenze della quarantena e dell’allarme. Speranza per l’intero paese chiamato a stringersi in un abbraccio di fraterna e solidale collaborazione… .ma almeno ad un metro di distanza l’uno dall’altro, e senza esagerare!

don Emanuele