Responsabilità globale

Con crescente intensità e mobilitazione anche nel nostro Paese sta emergendo la consapevolezza delle gravi conseguenze della crisi climatica sul Pianeta: accanto all’inconfutabile riscontro scientifico, siamo testimoni di una repentina alterazione del ritmo delle stagioni per cui il riscaldamento globale lo avvertiamo concretamente nella nostra pelle, nei giardini e nel quotidiano sistema di vita . Non è facile dimenticare la rabbia e le lacrime di Greta Thunberg che nel recente summit dell’ONU sul clima ha usato parole forti di accusa per i leader del pianeta: «Mi avete rubato i sogni. Cambiamo o mettiamo a rischio la nostra esistenza. Milioni di studenti sono andati in sciopero per il clima e nulla è cambiato, le emissioni continuano come prima». Ben prima del movimento della ragazza svedese, Papa Francesco, nell’enciclica “Laudato sì” del 2015, non ha esitato a porre al centro dell’attenzione dell’intera umanità la responsabilità nella custodia e salvaguardia del creato. Ma forse abbiamo già archiviato nello scaffale dei libri impolverati il profetico grido di Papa Francesco. Da parte mia, insegnando Religione a scuola, faccio dono dell’enciclica del Papa agli studenti delle classi dell’ultimo anno delle superiori, utilizzandolo come strumento guida nelle discussioni in classe. Molto dirette e inappellabili le parole di Papa Francesco a riguardo: “Il problema del cambiamento climatico è legato a questioni di etica, equità e giustizia sociale. L’attuale situazione di degrado ambientale è legata al degrado umano, etico e sociale, come sperimentiamo ogni giorno.” Proprio da Laudato sì, possiamo evincere una lista di suggerimenti concreti per aiutarci a fare la nostra parte concretamente: tra tutti, usare sapientemente i condizionatori e le luci in casa, privilegiare i mezzi pubblici e prestare attenzione alla raccolta differenziata, limitare l’uso della plastica e prendersi cura delle piante e degli alberi. Ci proviamo anche nelle strutture della nostra parrocchia: per questo motivo in oratorio e nelle attività di catechismo, con la ripresa delle attività non si potranno più utilizzare vettovaglie in plastica (piatti, bicchieri e stoviglie di plastica usa e getta…) ma solo prodotti biodegradabili e compostabili. Iniziamo anche così.

don Emanuele