…per la nostra città

Il 30 ottobre si celebra la festa liturgica del santo patrono di Cagliari, Saturnino. Abitassimo in paese o in qualche cittadina ancora a misura d’uomo, in simili giornate si respirerebbe quella tipica atmosfera di gioia e di senso di comunità che contraddistingue la festa del patrono: dalla processione per vie addobbate a festa e profumate di menta e di petali di fiori, passando per gli immancabili giochi del luna park e bancarelle con ogni ben di Dio, fino a quel clima di appartenenza fatto di tradizioni, di semplici segni che anno dopo anno ritmano la preghiera e la devozione al santo. Ma siamo in città e, chiusura delle scuole e degli uffici a parte, sono davvero pochi i segni che ci fanno sentire in festa per il patrono: in quartiere un pochino periferico come il nostro, inoltre, si rischia di avvertire in parte il fascino ed il richiamo della minuscola chiesetta di san Saturnino in piazza san Cosimo in cui il Vescovo con i sacerdoti della città, il giorno della festa, celebreranno la Messa solenne. È vero: sono pochi i dati a disposizione per collocare nel dettaglio la vita di Saturnino, e questo rende difficile trovare riscontri importanti per incrementare la nostra devozione per lui. Ma ci può bastare ricordare che secondo Pasquale Tola (1837-1838), Saturnino nasce a Cagliari da genitori cristiani. Fin da piccolo si dimostra nemico delle politiche pagane e sotto la persecuzione di Diocleziano e di Massimiano, non offre sacrifici a Giove e ai falsi dei e alle loro statue di marmo o bronzo. Così patisce la morte per testimoniare la fede in Gesù Cristo, il 30 ottobre del 303-304. Ma ancora di più ci può aiutare ad avvicinarci a san Saturnino, il pensiero che da secoli la nostra città è stata posta sotto la sua protezione: non solo per la bellissima chiesa a lui dedicata (la più antica di Cagliari) ma anche perché il ricordo ed il culto per questo santo hanno attestate radici millenarie. Entrare nella basilica di san Saturnino significa abitare in uno dei luoghi dove troviamo le radici della nostra città, radici cristiane che hanno contribuito in modo determinante ed armonioso a formare la fisionomia della città che noi oggi abbiamo la gioia di abitare, assieme alla responsabilità di contribuire al suo sviluppo e alla fisionomia che potrà avere in un futuro prossimo e in quello più lontano. Come non tenerne conto anche noi!

don Emanuele